Così vicine, così lontane by Suzanne Hayes & Loretta Nyhan

Così vicine, così lontane by Suzanne Hayes & Loretta Nyhan

autore:Suzanne Hayes & Loretta Nyhan [Hayes, Suzanne & Nyhan, Loretta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2020-07-22T22:00:00+00:00


* * *

30 marzo 1944

Rockport, Massachusetts

Cara Rita,

mentre ti scrivo mi tremano ancora le mani. È successa la cosa più orrenda del mondo. Be’, non proprio la più orrenda. Non è morta nessuna delle persone più vicine a me.

Ma ho partecipato alla messa funebre per uno dei ragazzi che ho conosciuto durante l’adolescenza. Un vicino di casa di Levi. Ho pensato che fosse giusto andare insieme a lui per dargli sostegno. Levi ha pianto in silenzio per tutto il tempo, con il corpo visibilmente irrigidito per trattenere il tremore che lo scuoteva da dentro. Le sue emozioni – dolore, vergogna – si irradiavano da lui con chiara evidenza. Avevo lasciato i bambini con Marie, e ripensandoci mi sono resa conto che era stata una decisione MOLTO sensata.

Dopo la messa ho abbracciato Levi. Stretto stretto. Come non gli permetto ormai da molto tempo. Ci siamo seduti su una panca dopo che tutti erano usciti dalla chiesa per andare nel bar lì vicino per il ricevimento. Ha appoggiato la testa contro il mio petto mentre gli mormoravo parole vuote di conforto. L’ho consolato proprio lì, nella casa di Dio. Non faceva che ripetere: «Perché io non posso arruolarmi? Perché?», e piangevo anche io. Per lui… per il ragazzo che era morto… e per Robbie. Spero che non gli venga mai impedito di fare qualcosa che sente di dover fare.

Dopo, siamo andati nel caffè lì vicino (Il proprietario l’aveva chiuso al pubblico per ospitare il ricevimento dopo la cerimonia perché la famiglia ha una casa troppo piccola. È stato davvero gentile. Se c’è una conseguenza bella di questa guerra è che ci aiuta a essere più umani l’uno con l’altro…). Mi sono avvicinata alla madre del ragazzo per farle le condoglianze.

E lei mi ha dato uno schiaffo in faccia.

«Ti sputerei in faccia, brutta sgualdrina! Chi ti credi di essere? Chi ti credi di essere con la tua bella casa in cima alla collina? Tu che ti metti a fare discorsi vuoti, che dici alle nostre figlie di andare a lavorare invece di stare a casa, come è loro dovere stabilito da Dio? CHI TI CREDI DI ESSERE, tu che te la spassi con un uomo che non è tuo marito mentre lui è in guerra a combattere? Ti conosciamo!!! TUTTI ti conosciamo!».

Nella stanza è calato un pesante silenzio. Lei continuava a singhiozzare. Il marito mi ha rivolto uno sguardo di scuse che, credo, mi ha fatto male più di tutto il resto. E poi l’ha accompagnata fuori.

Io ho cominciato a camminare… e poi mi sono messa a correre. Ho corso, Rita. Senza fermarmi mai, fino a casa. Per tutta Main Street. Attraverso le rotatorie, dove dovrebbero passare soltanto le automobili. E poi ho corso per tutta la mia strada privata fino alla casa in cima alla collina.

E lei ha ragione.

Chi credo di essere?

Glory

P.S.: E mi sono resa conto solo adesso di una cosa. Se lo sa la città intera, lo scoprirà anche Robert. Oh, Rita. Sono veramente in un grosso guaio. È colpa mia, ma è comunque un guaio.



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